Storia del Rhodesian Ridgeback

Storia del rhodesian ridgeback caccia al leone La storia del Rhodesian Ridgeback o “Lion Dog” ha origini lontane ed affonda le sue radici nel 1500/1600. Le fila di questa storia si intrecciano con quella di un antico cane africano, il cane crestato della tribù dei Khoi-khoi (o Ottentotti). Si trattava di una popolazione che conduceva una tipica vita pastorizia, prendendosi cura del proprio bestiame difendendolo dai predatori anche grazie all’uso di questi cani. Dalle descrizioni trovate, però, questo cane dalla caratteristica cresta di pelo sul dorso aveva un aspetto diverso dall’attuale Rhodesian Ridgeback, sembra fosse di tipo spitz, più simile ad uno sciacallo. La storia del Rhodesian Ridgeback continua, durante la colonizzazione da parte dei Boeri del territorio sudafricano. I Boeri, infatti, restarono colpiti da questa singolare creatura per la sua fedeltà, resistenza ed abilità nella caccia. Decisero quindi di incrociarlo con i cani che avevano condotto al proprio seguito come Pointer, Greyhound e Bulldog. Nacquero così i “cani boeri o Steekbaar”: cani da caccia crestati, molto apprezzati dai cacciatori di grossa selvaggina. hope fountain missione rhodesia Nel 1879 il reverendo Charles Helm portò due di questi soggetti ad “Hope Fountain” la propria missione nel Matabeland (allora Rhodesia, oggi Zimbabwe).  Alcuni famosi “Cacciatori Bianchi” tra i quali anche Cornelius Van Rooyen, erano soliti frequentare la missione. Cornelius rimase colpito dai cani di Helm e decise di far accoppiare i suoi cani con gli esemplari crestati del missionario. Dunque, le linee di sangue vennero ulteriormente arricchite con razze di matrice europea, fra cui probabilmente l’Alano, l’Irish Terrier, Pointer, Mastiff, Deerhound, e il Collie.
I soggetti nati da questi accoppiamenti erano all’apparenza molto simili ai moderni Rhodesian Ridgeback.
Van Rooyen continuò ad allevare e selezionare, con il principale obiettivo di migliorare le prestazioni dei soggetti. Ottenne così, un esemplare dotato di particolare agilità e resistenza, potente ma non pesante, con un coraggio incredibile e un forte istinto per le grandi prede africane.
 
Nacque così il “cane da leone” utilizzato dai coloni dell’Africa.
  Il merito del riconoscimento del Rhodesian Ridgeback come razza va al veterinario Francis Richard Barnes che nel 1922 scrisse il primo standard ufficiale; molto simile a quello del dalmata (a cui Barnes, per sua stessa ammissione si ispirò). Nello stesso anno fondò anche il Club di razza. Nel 1926 il South African Kennel Union riconobbe ufficialmente il Rhodesian Ridgeback come razza appartenente allo Zimbabwe Kennel Club, certificandone l’origine africana.
Sara Venturelli